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Ayurveda: la scienza della vita

L'evoluzione scientifica del nostro tempo, con i suoi nuovi e raffinati metodi di indagine, ha consentito di rivalutare l'ayurveda, un metodo di cura integrato, per la mente ed il corpo. Questa antica medicina indiana non considera tanto i diversi tipi di malattia, quanto i diversi tipi di malato, focalizzando l'attenzione sul concetto di salute perfetta e sull'allungamento della durata della vita


Secondo la tradizione indiana un tempo, quando il mondo era colpito da numerose malattie, i grandi saggi, spinti dal desiderio di alleviare il dolore degli uomini, si riunirono vicino alle sacre montagne dell’Himalaya e incaricarono Bharadvaja di recarsi nella dimora di Indra per imparare l’Ayurveda. Così avvenne e al suo ritorno Bharadvaja istruì in questa grande conoscenza il suo discepolo Atreya che, in tal modo, avviò una catena di conoscenza sapienziale , come sempre avviene nella tradizione orientale. Purtroppo il decorso del tempo è paragonabile all’oscillazione di un pendolo, con periodi di pienezza seguiti da periodi di oscurantismo, in cui il valore della conoscenza sembra perduto irrimediabilmente e ciò che un tempo era scienza si ammanta di sovrastrutture e fraintendimenti per divenire leggenda, o peggio, superstizione. Nel Kali yuga, la lunga era delle tenebre, è stata questa sorte comune di tutta la grande cultura vedica che sembrava perduta nel suo valore essenziale. Veda significa semplicemente conoscenza, ma conoscenza totale dell’assoluto, del relativo e della loro connessione. In quanto tale, non è mutevole o destinato all’oblio, ma sempre disponibile per “colui la cui consapevolezza è aperta a quell’infinito valore” .



La tradizione indiana nulla tramanda circa le date presumibili di relazione o gli autori dei testi vedici, proprio perché li ha sempre ritenuti impersonali ed eterni: sono i rishi, i veggenti della realtà, che con il loro sistema nervoso completamente puro sono in grado di riprodurre, come una cassa di risonanza, questi impulsi che sono gli impulsi stessi della creazione.

Se consideriamo, quindi, lo sfondo storico dell’ayurveda bisogna risalire alla comune quadripartizione del veda in Rig veda, Sama veda, Yajur veda e Atharva veda. Associati a questi che sono come rami dell’albero della conoscenza, abbiamo i cosiddetti upaveda, o veda subordinati, che sono associati al valore più prettamente fisico, e a questa categoria va ricondotto anche l’Ayurveda, considerato subordinato sia Rig che atharva veda.




La scienza della medicina era giunta anticamente ad alti livelli di evoluzione ma la gran parte di questa letteratura è andata perduta a causa delle complesse vicissitudini storiche e politiche di cui l’India è stata protagonista e ciò che noi oggi conosciamo proviene dalla tradizione orale che ha tramandato fino a noi i principi di questa conoscenza (veda) della vita (ayu).

La grande evoluzione scientifica del nostro tempo ha fornito nuovi e più raffinati metodi di indagine per attrezzare e rivalutare, in base a cognizioni più approfondite, questa “scienza della vita” che ha superato la prova del tempo. Una grande operazione di rilancio su scala mondiale, per ripristinare nei suoi valori essenziali questo metodo di cura integrato per la mente ed il corpo, è stata avviata dai centri di prevenzione ayurvedica Maharishi che risposta alle esigenze di un’epoca contraddistinta dalla parcellizzazione della cultura, ed in particolare di quella medica, vuole riproporre questo sistema curativo, considerato ad un tempo il più antico ed il più evoluto .



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